Dal mio libro..

....Mentre si ritornava correndo in direzione della macchina dall’ autoradio partì un pezzo di musica; Frankie hi Energy “quelli che ben pensano”. Misi in moto e si ripartì con lo stereo a tutto volume, imboccando una strada secondaria con il motore su di giri e a fari spenti per non farci leggere il numero della targa mentre i ragazzi seduti dietro a me sistemavano l’ estintore al finestrino posteriore...

...Ci aggiravamo lentamente per le vie della città in attesa che ci venisse una qualche ispirazione; cominciò una lunga pausa silenziosa fatta di panorami notturni, palazzi e strade che si susseguivano davanti ai nostri occhi come in un replay. Stavo guidando senza una meta - non avevo nemmeno idea di quanti chilometri avessimo macinato dall’ inizio di quella serata - l’ unica cosa certa era che non ci si sarebbe fermati fino a quando c’ era la benzina nel serbatoio (di rimanere a piedi accadeva abbastanza spesso). Tra tutti non avevamo una lira in tasca e i soldi ci bastavano a malapena per mettere la benzina alla macchina e comprare un pacchetto di  sigarette a testa.    
     D’ un tratto Luca chiedendomi di accostare un attimo sulla destra interruppe quel silenzio monotono. Scese raccogliendo qualcosa da terra e rientrò in macchina rimettendosi a sedere nel sedile posteriore.     
     Gli chiesi:   
<<cosa hai trovato in terra Luca?>> ...   

 

Ci invitarono a scendere dalla macchina con il mitra spianato:
<<tu! fermo!>>          
<<Mani al muro!>>    
<<E tu! Mani sul cofano!Non ti muovere!>>  
     Cominciarono a perquisirci:
<<allarga le gambe! Forza, tira fuori quello che hai in tasca!>>.
     Dalla tasca del nostro amico Dario usciva un po’ di tutto, sembrava il cappello di un prestigiatore -  ci mancavano soltanto i conigli.          

                                 Lungo i vicoli bui

                                    della mia città

 

Passeggiando per la strada scavavo nei miei ricordi.

 

La sera di un giorno feriale qualsiasi camminavo solitario e assorto nei miei pensieri per la città, lungo vicoli bui, illuminati appena da qualche lampione.  
     Erano circa le dieci di sera ed essendo piovuto a terra era bagnato. Procedevo con i vestiti inumiditi e le mani dentro le tasche del giubbotto.

 Quando arrivai in una piazza del centro storico incrociai un gruppetto di

tossici mentre dalla parte opposta di quella piazza, cinque persone all’ apparenza di origini marocchine, erano in evidente stato di ebbrezza.

Non avevo tanti soldi in tasca, sarebbero bastati giusto per comperarmi il biglietto del bus per il ritorno e per una birra.  


Spingendo l' acceleratore a volte mi viene da ripensare a come eravamo e mi risento come allora... 

Nel riordinare in casa, tempo fa, mi sono capitate tra le mani  delle vecchie fotografie di un sabato al mare; quante cose erano cambiate da allora e come eravamo: Alberto, Filippo Luca ed io quando avevamo appena venti anni. Sfogliando quelle foto ce ne è una che ritrae Alberto davanti all’ entrata di un bar è in mutande e con gli stivali mentre in un'altra foto scattata con una polaroid siamo tutti in posa davanti alla mia vecchia station wagon scassata. Quanti ricordi vengono alla mente e quante ne avevamo combinate, prima che le nostre strade si dividessero; alla fine ci siamo persi tutti di vista. 

                           Chiuso in macchina sotto il

                                   fioccare della neve

 

...Ma non appena si uscì dal centro abitato si trovò la prima coda di macchine ferme in salita, rimanendo bloccati mentre la neve fioccava a dirotto. Lì fermo in macchina, cominciai  a pensare in compagnia di una sigaretta accesa. Volevo e potevo cambiare tutte le carte in tavola, ero giovane e ancora in tempo per decidermi di farlo. Mi venne un idea

Quella notte era nostra